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…ora facciamo tutto da noi ed è una soddisfazione provare l’ebrezza di realizzare pezzi d’arte domestica, così alla base della civiltà e cultura umana. Ho bisogno di precisare ed illustrare (perché il rakù non è così conosciuto) che si ottengono pezzi particolarissimi o comunque inusuali che assumono forme e colori significativamente unici.

In occasione della cerimonia del Thè il maestro prepara le ciotoline lasciando intervenire il caso sul suo operare e il risultato è spesso (non sempre) piacevolmente sorprendente. Per noi occidentali questa peculiarità è un po’ difficile da apprezzare: è nella nostra mentalità ergerci su tutto e dominare ogni più possibile particolare volendo prevedere e gestire ogni sviluppo degli eventi; negando così l’immenso principio cosmico, fonte di grazia e indicativo della nostra dimensione di finitudine e così facendo ulteriormente intuire il senso vibrante della bellezza più veritiera.

il Raku Giapponese nasce circa mezzo millennio fa con la preparazione delle ciotoline per la cerimonia del tè. Ad ognuno dei partecipanti veniva offerta la bevanda nella terracotta e smaltata, realizzata solo per quell’evento, durante il quale queste anime ultrasensibili erano stimolate a reagire al significato estetico con cui venivano messi in contatto. Con particolari modi e atteggiamenti rivelavano e comunicavano nascoste verità o indicazioni per decisioni politiche o religiose, interpretando così il momento fuggevole. Delle ciotoline prodotte, usate e gettate, si imparò  ben presto ad apprezzarne l’alto valore estetico. Conservate (escludendone però l’utilizzo perché il materiale poroso non si presta al lavaggio) se ne deve sottolineare perciò la funzione strettamente rituale. Le nostre manifatture vogliono imparare quel senso di osservazione religiosa ed estetica. Potrebbero essere oggetti profusi della nostra “buddita” caricati di significati ancora occulti alla nostra stessa coscienza e così promuovere una pausa o un’altra stanza nella nostra mente come ulteriore spazio di connessione intellettiva.